La casa di Marcello

ATTENZIONE: QUESTO PROGETTO È IL FRUTTO DI UNA RICERCA PIÙ AMPIA CHE POTRETE CONSULTARE QUI ED IL RISULTATO DI UN PROCESSO COLLABORATIVO TRA CTRL+Z E DIFFERENTI SOGGETTI. PER LA SUA CORRETTA COMPRENSIONE VI INVITO A CONOSCERE GLI ALTRI AGENTI DIRETTAMENTE IMPLICATI: NON SOLO PAGLIA (MASSANI)

Nel Giugno 2012 il padre di Marcello, con il quale stavamo parlando da un po ‘di tempo della possibilità di ampliare la sua casa, ci diede la lieta notizia della nascita di Marcello prevista per l’inizio del 2013. Quindi questa possibilità si trasformò improvvisamente in una necessità specifica, senza fretta ma con una data di scadenza stabilita.

Fin dall’inizio la nostra vocazione era quella mettere in pratica quanto appreso durante la ricerca sull’applicazione delle geometrie geodetiche e nei vari workshops sul tema in cui si erano applicate differenti idee emerse da essa. Per distinte ragioni, e nonostante i molti tentativi, però, non si era mai riusciti ad applicarla alla costruzione di uno spazio abitabile concreto, passo necessario per comprovare le proposte sviluppate su carta fino a quel momento.

L’occasione di costruire una casa geodetica per Marcello sembrava perfetta. Nella zona infatti si trovavano spesso pallet di grandi dimensioni (2×1 metri) a causa di alcune dinamiche dei cicli industriali locali.

Così che, senza perdere troppo tempo, all’inizio del mese di luglio ci incontrammo con Michele e José di NoSoloPaja e, dopo un pomeriggio di pianificazione e la raccolta di materiali, costruimmo in poche ore un primo prototipo per iniziare a lavorare tridimensionalmente sulle nostre idee.

Nonostante le dimensioni ridotte del modello, di appena due metri di diametro, abbiamo imparato molto da esso. L’esperienza ci ha messo di fronte ai problemi pratici della proposta e in questo modo siamo stati in grado di risolvere tutti i dettagli costruttivi dei giunti e del loro montaggio su un modello semplice che potevamo tenere sotto controllo in ogni momento. Non c’è dubbio che senza questa esperienza tutte le successive non sarebbero state possibili.

Così che, senza perdere troppo tempo, all’inizio del mese di luglio ci incontrammo con Michele e José di NoSoloPaja e, dopo un pomeriggio di pianificazione e la raccolta di materiali, costruimmo in poche ore un primo prototipo per iniziare a lavorare tridimensionalmente sulle nostre idee.

Così che, senza perdere troppo tempo, all’inizio del mese di luglio ci incontrammo con Michele e José di NoSoloPaja e, dopo un pomeriggio di pianificazione e la raccolta di materiali, costruimmo in poche ore un primo prototipo per iniziare a lavorare tridimensionalmente sulle nostre idee.

Nonostante le dimensioni ridotte del modello, di appena due metri di diametro, abbiamo imparato molto da esso. L’esperienza ci ha messo di fronte ai problemi pratici della proposta e in questo modo siamo stati in grado di risolvere tutti i dettagli costruttivi dei giunti e del loro montaggio su un modello semplice che potevamo tenere sotto controllo in ogni momento. Non c’è dubbio che senza questa esperienza tutte le successive non sarebbero state possibili.

Dopo di che prendemmo una pausa per preparare e organizzare un seminario congiunto di Ctrl+Z e NoSoloPaja destinato a tutti coloro che potessero essere interessati ad imparare a costruire una cupola geodetica senza che fosse necessaria una conoscenza previa nel campo. Il workshop aspirava infatti a coprire sia gli aspetti teorici che quelli pratici della costruzione di una cupola geodetica.

I primi giorni del seminario non contarono su un pubblico numeroso anche perché si iniziò di lunedì, potendo così lavorare sulla preparazione dei pezzi e sulla fondazione con un gruppo più ridotto. Questo poi crebbe rapidamente nel corso della settimana per completarsi proprio quando furono necessarie più mani, nella fase di assemblaggio dei triangoli e del posizionamento degli stessi. Naturalmente queste sono anche le fasi generano più entusiasmo, potendo vedere la cupola crescere rapidamente e prendere forma gradualmente. Fu una grande emozione comprovare come l’elemento “chiave”, il pentagono superiore, coincidesse perfettamente fornendo a tutta la struttura, in cui si osservavano piccoli movimenti, una solidità insospettabile fino a quel momento, potendo arrampicarsi senza alcuno spostamento della stessa.

A parte la famiglia di Marcello, NoSoloPaja e Ctrl+Z hanno partecipato alla costruzione con differente grado di participazione: Anna, Carolina, Cecilia, Edu, Ramon, Gustavo, Leandro, Yvette.

Dal punto di vista puramente geometrico non si tratta di una geodetica classica ma si sono tessute due cupole, o meglio una “geodetica frequenza 3” e la sua “duale”, sulla stessa superficie sferica, per configurare il sistema “Brujodesico™”. Nonostante questo personalmente non pensavo che si potesse raggiungere questo livello di solidità prima di aver collocato i pannelli della chiusura interiore e aver così trasformato la cupola in una la struttura geodetica a doppia pelle.

A parte la famiglia di Marcello, NoSoloPaja e Ctrl+Z hanno partecipato alla costruzione con differente grado di participazione: Anna, Carolina, Cecilia, Edu, Ramon, Gustavo, Leandro, Yvette.

Dal punto di vista puramente geometrico non si tratta di una geodetica classica ma si sono tessute due cupole, o meglio una “geodetica frequenza 3” e la sua “duale”, sulla stessa superficie sferica, per configurare il sistema “Brujodesico™”. Nonostante questo personalmente non pensavo che si potesse raggiungere questo livello di solidità prima di aver collocato i pannelli della chiusura interiore e aver così trasformato la cupola in una la struttura geodetica a doppia pelle.

La costruzione fu interrotta con l’arrivo dell’inverno e per consentire ai genitori di Marcello di concentrarsi sul più importante compito della sua nascita. Durante questa stagione la struttura fu protetta con teli trasparenti, trasformandola in una serra e spesso venne utilizzata come il luogo ideale della famiglia per organizzare pranzi con gli amici che venivano a trovarli. Nel gennaio 2013 arrivò Marcello e in marzo ci incontrammo di nuovo con Michele per iniziare a preparare e posizionare le chiusure e per procedere alla sua impermeabilizzazione finale.

Inizialmente il progetto prevedeva una chiusura esteriore di “OSB” ed una interiore di tavole di pallet comuni smontate e riutilizzate per questo scopo contribuendo a irrigidire definitivamente la struttura. Si prevedeva un isolamento in paglia compattata e una impermeabilizzazione con un elemento tessuto traspirante al vapore.

In questo momento, però si stanno riconfigurando molti di questi aspetti, sia per assecondare il desiderio della famiglia di Marcello che durante l’inverno ha familiarizzato con lo spazio ed ha scoperto nuovi modi di viverlo, sia per incorporare gli elementi fisici che sono apparsi durante il processo e suggeriscono varie opzioni che potrebbero cambiare il corso dello stesso.

Ad esempio la famiglia ha cominciato ad apprezzare così tanto l’armonia e la pace che proporziona il disegno della struttura che ora vogliono cercare altre soluzioni per la finitura interna che permettano mantenerla in vista, giacché sarà la parte che vivranno più intensamente.

D’altra parte durante l’inverno si recuperarono diverse piscine gonfiabili, trovate nella spazzatura, che insinuano un possibile cambio nella strategia di impermeabilizzazione.

In ultima analisi, procedere senza eccessiva fretta ci sta dando, ancora una volta, la possibilità di valutare e cogliere le opportunità quando appaiono durante il processo.

Al momento si sta procedendo alla costruzione dei collettori solari di fango e bottiglie pieni d’acqua che costituiranno la base inferiore nel lato sud, mentre a nord, nello spazio più vicino alla casa, si collocheranno bottiglie vuote per la costruzione di un parete molto più fine e trasparente. Il complesso si completerà con una serra “stile Earthship” a ovest che fungerà anche come spazio di distribuzione per la casa. Stiamo ancora studiando se includere sistemi di raffreddamento passivo nel pavimento interno.

Si prevede di completare queste fasi del progetto prima di novembre 2013. Nel caso si decida di organizzare nuovi workshops a tal fine saranno pubblicati in questa pagina.

Conoscendo il progetto ci viene chiesto spesso, soprattutto da colleghi architetti, dove sia stato realizzato il taglio assumendo che le parti siano state realizzate con macchine a controllo numerico ed il prezzo dell’operazione stessa.

Allo stesso tempo si ricevono reazioni di incredulità quando si dà prova della scarsità di mezzi mostrando le foto del workshop in cui si è generata la cupola, costruita da gente comune senza ricorrere a costosi servizi di operai altamente specializzati.

Casa di Marcello dimostra invece che una famiglia con mezzi semplici come un avvitatore, una sega circolare, un metro, un paio di morse, il desiderio di imparare, amici e una buona dose di pazienza, si può coinvolgere nella costruzione del proprio spazio di vita. Anche la madre di Marcello, Rosa, sebbene risparmiandosi da alcuni di lavori in quota, ha partecipato attivamente al montaggio. In questo modo non sarà più uno uno spazio ricevuto ma uno spazio generato che partendo da una base può essere consolidato nel tempo.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se considerato come un fattore in fase di progettazione, è possibile utilizzare il materiale generando sprechi minimi. Anche i pannelli di OSB della chiusura esteriore in cui questo sembrava più complicato dato che devono adattarsi ai diversi triangoli, abbiamo raggiunto una efficienza del 97%. Le parti risultanti sono bande di 20-35 x 244 cm che sarà facile sfruttare per i voli di porte e finestre, così come altri elementi della finitura.

Si prevede di completare queste fasi del progetto prima di novembre 2013. Nel caso si decida di organizzare nuovi workshops a tal fine saranno pubblicati in questa pagina.

Conoscendo il progetto ci viene chiesto spesso, soprattutto da colleghi architetti, dove sia stato realizzato il taglio assumendo che le parti siano state realizzate con macchine a controllo numerico ed il prezzo dell’operazione stessa.

Allo stesso tempo si ricevono reazioni di incredulità quando si dà prova della scarsità di mezzi mostrando le foto del workshop in cui si è generata la cupola, costruita da gente comune senza ricorrere a costosi servizi di operai altamente specializzati.

Casa di Marcello dimostra invece che una famiglia con mezzi semplici come un avvitatore, una sega circolare, un metro, un paio di morse, il desiderio di imparare, amici e una buona dose di pazienza, si può coinvolgere nella costruzione del proprio spazio di vita. Anche la madre di Marcello, Rosa, sebbene risparmiandosi da alcuni di lavori in quota, ha partecipato attivamente al montaggio. In questo modo non sarà più uno uno spazio ricevuto ma uno spazio generato che partendo da una base può essere consolidato nel tempo.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se considerato come un fattore in fase di progettazione, è possibile utilizzare il materiale generando sprechi minimi. Anche i pannelli di OSB della chiusura esteriore in cui questo sembrava più complicato dato che devono adattarsi ai diversi triangoli, abbiamo raggiunto una efficienza del 97%. Le parti risultanti sono bande di 20-35 x 244 cm che sarà facile sfruttare per i voli di porte e finestre, così come altri elementi della finitura.

Crediamo che questo modo di agire e di applicare la geometria geodetica sia molto più in linea con la filosofia originale di Richard Buckminster Fuller.

Per terminare non abbiamo dubbi che questo progetto possa essere inserito nella schema di moda di definire i progetti, in pratica qualsiasi progetto, il verde e il 100% removibile, ricostruibile, riciclabile, anche se questi concetti e a quelli di “ridurre, riutilizzare, riciclare” della sostenibilità in Ctrl+Z, come al solito, ci piace aggiungere il nostro “cavallo di battaglia” o “marchio di fabbrica” del “recuperare attivamente e sistematicamente” le risorse materiali e immateriali presenti sul territorio, in standby o spreco dello stesso, che si dimostrano ancora una volta perfettamente adatte per la creazione di spazi di vita.

Un ringraziamento speciale a Jordi per il suo aiuto puntuale ma efficace ed a Rafael per le risate e simpatia (di cui pure si ha un gran bisogno) che ci hanno accompagnato durante tutto il processo.

I nostri ringraziamenti a Javi Milara per queste foto aggiornate a marzo 2017.

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Architettura punk e progetti sociali