Agrorà – Spazio Urbano di opportunità e contaminazione culturale
ATTENZIONE: QUESTO PROGETTO È IL FRUTTO DI UN PROCESSO COLLABORATIVO TRA CTRL+Z E DIFFERENTI SOGGETTI. PER LA SUA CORRETTA COMPRENSIONE VI INVITO A CONOSCERE GLI ALTRI AGENTI DIRETTAMENTE IMPLICATI: RURAL BOXX (VENEZIA), LAMATRAKA (SEVILLA), D1618 (BUDAPEST).
PER LA VOSTRA CORRETTA COMPRENSIONE VI INVITO A SEGUIRE I LINK PER CONOSCERE GLI ALTRI TEMI DIRETTAMENTE COINVOLTI.
Nel 2012 si presentò l’opportunità di partecipare al “Young Architects Program” 2012; fummo invitati da Rural boxx che a sua volta erano stati invitati dal Maxxi (Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, Roma). Questo invito ci obbligò ad una profonda riflessione sul modello di città che vorremmo proporre e quindi sulla visione della stessa che abbiamo come architetti, ma anche come cittadini, e costituì un forte stimolo verso la sperimentazione.
Il laboratorio socioculturale agRorà nasce dalla sinergia tra un’infrastruttura fisica ed un programma culturale. Il suo obiettivo principale è quello di aprire spazi che offrano opportunità di formazione, produzione e promozione alle attività socioculturali già operative sul territorio. Si concepisce infatti questa infrastruttura come uno strumento per agglutinare e catalizzare queste attività al fine che possano svilupparsi più facilmente, aumentare la loro forza ed espandersi. Uno spazio comune che allo stesso tempo promuova il contatto, le sinergie, le collaborazioni e la contaminazione culturale tra i distinti gruppi per la creazione di reti e linee di lavoro in comune.
Il laboratorio socioculturale agRorà nasce dalla sinergia tra un’infrastruttura fisica ed un programma culturale. Il suo obiettivo principale è quello di aprire spazi che offrano opportunità di formazione, produzione e promozione alle attività socioculturali già operative sul territorio. Si concepisce infatti questa infrastruttura come uno strumento per agglutinare e catalizzare queste attività al fine che possano svilupparsi più facilmente, aumentare la loro forza ed espandersi. Uno spazio comune che allo stesso tempo promuova il contatto, le sinergie, le collaborazioni e la contaminazione culturale tra i distinti gruppi per la creazione di reti e linee di lavoro in comune.
Nella situazione sociale ed economica attuale, che corrisponde anche ad un particolare momento del movimento architettonico, non sembra più sufficiente proporre uno spazio che rifletta solo sulla sua articolazione fisica. Sentiamo la necessità di estendere la sperimentazione orizzontalmente verso il piano sociale e culturale per aprirla all’incorporazione di altre professionalità e di una cittadinanza vincolata, partecipativa e co-responsabile con il progetto. Un comunità informale capace di renderlo vivo e di dotarlo di un senso che trascenda i limiti spaziali e temporali in cui la iniziativa è inquadrata.
Siamo convinti dell’importanza della sincronia tra gli spazi fisici ed i programmi che pretendono albergare e per questo si ravvisa la coerenza di distribuire le risorse disponibili in modo parallelo tra queste due realtà, che non possono vivere se non in simbiosi.
Si propone dunque uno spazio culturale (apolitico, areligioso e non commerciale) in cui si alternano attività programmate ad attività organizzate attraverso un processo partecipativo e con occasioni di visibilità di cui si inviteranno i cittadini a far uso in piena libertà.
Questi spazi albergheranno attività, dinamiche e proposte molto diverse tra loro, a volte dissonanti, ma la vocazione dell’iniziativa è proprio quella di trasformare ogni attività in un’occasione di contatto, collaborazione e contaminazione. Essere dunque degli spazi in cui si trovino a convivere realtà che difficilmente avrebbero potuto coincidere e dialogare al di fuori di essi, e metterle in contatto è uno degli obbiettivi che costituirà il più grande successo della proposta.
Un laboratorio urbano aspira dunque ad assumere una funzione di intermediazione per convivenza non solo tra espressioni culturali completamente diverse, ma anche tra cittadini appartenenti a fasce socioeconomiche differenti, provenienti da ambiti urbani lontani, per creare associazioni insolite, inconsuete e spontanee i cui risultati sono difficilmente pronosticabili.
Una programmazione che coinvolgerà dai bambini alle casalinghe, con particolare attenzione ai giovani ed agli adolescenti, per la creazione uno spazio in cui queste attività convivono per promuovere quel dialogo che nella società contemporanea si sta lentamente interrompendo.
L’idea è quella di far divenire il patio del Maxxi un luogo di incontro tra due realtà che ogni giorno convivono, si guardano, si sfiorano: lo spazio del museo, con la sua atmosfera di omogenea sospensione, e la città, reale, eterogenea, caotica, viva ed in trasformazione.
Una programmazione che coinvolgerà dai bambini alle casalinghe, con particolare attenzione ai giovani ed agli adolescenti, per la creazione uno spazio in cui queste attività convivono per promuovere quel dialogo che nella società contemporanea si sta lentamente interrompendo.
L’idea è quella di far divenire il patio del Maxxi un luogo di incontro tra due realtà che ogni giorno convivono, si guardano, si sfiorano: lo spazio del museo, con la sua atmosfera di omogenea sospensione, e la città, reale, eterogenea, caotica, viva ed in trasformazione.