Campeggio ecologico a Darnius

ATTENZIONE: QUESTO PROGETTO È IL FRUTTO DI UN PROCESSO COLLABORATIVO TRA CTRL+Z E DIFFERENTI SOGGETTI. PER LA SUA CORRETTA COMPRENSIONE VI INVITO A CONOSCERE GLI ALTRI AGENTI DIRETTAMENTE IMPLICATI: TERRITORIA (SEVILLA).

Darnius è un piccolo paese nel Alt Emporda nella provincia di Figueres (Catalogna), situato a sei chilometri dal confine con la Francia. Trovandosi nei Pirenei catalani ed a soli due chilometri dal “Pantá de Darnius” (fu “della Boadella”), uno specchio d’acqua in cui sono già state attivate varie strutture per lo sport e la sua fruizione, presenta condizioni privilegiate per il turismo.

Nel 2012 il sindaco del paese, come un individuo, ci ha chiesto di preparare una proposta per l’istallazione di un “campeggio ecologico” in alcune aree di sua proprietà situate nello stesso comune. Aveva cominciato a promuovere il progetto nel 2006, molto prima di farsi avanti e vincere le elezioni.

Il progetto però era fermo da tempo ed è per questo che è arrivato il momento di attivarlo. Il primo passo è stato poi la stesura e l'approvazione di un piano apposito.

Il progetto però era fermo da tempo ed è per questo che è arrivato il momento di attivarlo. Il primo passo è stato poi la stesura e l'approvazione di un piano apposito.

Quando cominciammo ad avvicinarsi a questa realtà, abbiamo avviato una riflessione sugli aggettivi “sostenibile” e “verde”, che spesso accompagnavano la proposta sia nella documentazione previa sia nelle conversazioni. Ai concetti comunemente associati con la sostenibilità, seguendo le nostre linee di lavoro e le vocazioni personali, abbiamo deciso fin dall’inizio di aggiungere la “sostenibilità sociale” ed il “passaggio di conoscenze” (formazione), concetti per noi importanti, se non fondamentali.

Dopo la positiva esperienza con il Coworking la Bañera, ci è sembrato naturale proporre una nuova collaborazione a Territoria, questa volta nel campo in cui sono più forti: l’analisi e pianificazione del territorio ed il paesaggio.

I terreni che componevano l’area di intervento disegnavano nel complesso una forma molto particolare, e presentavano anche una situazione topografica avvolte sconnessa e coperture vegetali molto diverse, con il risultato che la realtà stessa definiva diverse aree di progetto con caratteristiche molto differenti. Come affrontare e valorizzare ciascuna di esse nell’ambito della pianificazione generale del sito, è stata la sfida principale e allo stesso tempo il fattore che dotava la proposta di carattere ed interesse.

Esattamente per la loro orografia alcune aree, soprattutto le più ripide, presentavano un terrazzamento con pareti di “pedra sec” (muri a secco), che, anche se in alcuni casi in condizioni precarie, rappresentavano nella nostra percezione una presenza storica da preservare.

Le dimensioni della proposta, quasi 10 ettari, ci costrinse a ripensare e quantificare le esigenze e a portare tutti i concetti utilizzati in passato alla scala urbana. Non si trattava solo di definire l’applicazione di una serie di tecniche costruttive “alternative” o “sostenibili”, ma di progettare un modello di urbanistico in consonanza con le nostre vocazioni, e che potesse risolvere coerentemente i problemi della fornitura d’acqua, della gestione delle acque reflue e dei rifiuti solidi e dell’efficienza energetica a larga scala.

Il nostro approccio aspirava anche a ridurre il più possibile il numero di spostamenti in auto all’interno del campeggio stesso ed a una distribuzione degli spazi e dei servizi comuni che promuovesse un soggiorno in linea con il suo spirito ecologico ed a pensare il suo rapporto con le persone e l’ambiente circostante.

Tutti questi aspetti dovevano essere elaborati sulle linee previste dal quadro normativo ed allo stesso tempo sul programma funzionale del campeggio che si evolveva durante lo sviluppo del progetto.

Le dimensioni della proposta, quasi 10 ettari, ci costrinse a ripensare e quantificare le esigenze e a portare tutti i concetti utilizzati in passato alla scala urbana. Non si trattava solo di definire l’applicazione di una serie di tecniche costruttive “alternative” o “sostenibili”, ma di progettare un modello di urbanistico in consonanza con le nostre vocazioni, e che potesse risolvere coerentemente i problemi della fornitura d’acqua, della gestione delle acque reflue e dei rifiuti solidi e dell’efficienza energetica a larga scala.

Il nostro approccio aspirava anche a ridurre il più possibile il numero di spostamenti in auto all’interno del campeggio stesso ed a una distribuzione degli spazi e dei servizi comuni che promuovesse un soggiorno in linea con il suo spirito ecologico ed a pensare il suo rapporto con le persone e l’ambiente circostante.

Tutti questi aspetti dovevano essere elaborati sulle linee previste dal quadro normativo ed allo stesso tempo sul programma funzionale del campeggio che si evolveva durante lo sviluppo del progetto.

Contemporaneamente bisognava organizzare la proposta in modo che potesse essere costruita in fasi, pur sempre mantenendo la “classe 1” per il campeggio, per avviare ammortamento dell’investimento iniziale al più presto, mentre seguiva lo sviluppo delle altre aree.
Lo sviluppo per fasi è stato per noi particolarmente interessante perché avrebbe permesso di realizzare la costruzione dei bungalow con dinamiche che potessero prevedere il trasferimento di conoscenze.

In un territorio in cui è già attiva una lega di 17 comuni associati per lo sviluppo di linee di lavoro e attività comuni, si aspirava a realizzare parte delle infrastrutture del campeggio attraverso un “Programma di Formazione e Occupazione” per i giovani della regione. Questa attività si sarebbero concentrate su edifici (bungalow) ed elementi del paesaggio.
Si prevedevano cinque tecnologie diverse, per ognuna sarebbe stato costruito attraverso un seminario di formazione un progetto pilota. Le altre unità sarebbero state realizzate dai giovani locali, già formati, con la nostra supervisione e controllo.

In questo modo si sarebbe promossa l’occupazione locale e la diffusione di tecnologie verdi nella zona. I progetti pilota sarebbero serviti da reclamo e pubblicità per le tecnologie stesse e sarebbe stato disponibile personale formato in esse a livello locale.

Si valutò la reinterpretazione o l’applicazione di diverse tecniche alternative, dalla costruzione in balle di paglia alle strutture geodetiche, passando per il superadobe e, naturalmente, la ” pedra sec”, tipica della regione, che si applicherebbe sia sui bungalow che per il restauro e la manutenzione delle pareti esistenti. Siamo convinti che la varietà e la peculiarità degli edifici avrebbero costituito come tali un reclamo.

Queste tecnologie si presenterebbero anche ai visitatori del campeggio contribuendo alla loro diffusione e l’utilizzo di materiali naturali e di riciclo potrebbe essere uno dei motivi che renderebbero questo spazio uno spazio da visitare, aggiungendo valori e contribuendo a differenziarlo dagli altri. È importante sottolineare che non si proponeva la costruzione di una serie di unità singolari sparse casualmente su tutto il territorio, indipendentemente dalle loro caratteristiche, ma l’organizzazione di queste unità secondo uno schema che promuovesse elementi di paesaggismo come elementi di unione armonica tra varie parti.

Al momento di intervenire sul territorio, la vocazione fu quella di cercare di adattarsi ad esso e cambiare solo ciò che era strettamente necessario. Agendo in questo modo si risparmiano, infatti, materiali e producono meno rifiuti, e allo stesso tempo si mantengono le risorse naturali. L’obiettivo era quello di progettare strumenti e processi che riuniscano concetti, elementi e componenti strategici all’interno di una struttura o piano d’azione che potesse essere implementato e mantenuto con risorse minime. Pensare fin dall’inizio alla costruzione e la manutenzione, alle esigenze immediate così come in quelle future.

Da quello che ci è dato sapere, finalmente per problemi politici che riguardavano la sfera locale più che la natura o le caratteristiche della proposta, il progetto non è stato approvato dal Consiglio Comunale di Danius, pur avendo ricevuto luce verde dalle istituzioni di livello territoriale superiore.

È un peccato vedere come un progetto di questo tipo, che potrebbe aver creato numerosi posti di lavoro diretto ed indiretto a livello locale, rimane bloccato da interessi di partito. Speriamo che i risultati delle prossime elezioni configurino nuovi equilibri che consentano alla proposta di riprendere da dove l’abbiamo lasciata.

Nell’idea del promotore, il progetto voleva dare una risposta positiva alla crisi ambientale ed economica che stiamo vivendo, purtroppo la dilatazione dei tempi ed i vincoli politici stanno minando il suo entusiasmo, a tal punto che da qualche mese ha messo in vendita i terreni ed è ora è alla ricerca di un’altra localizzazione anche fuori dalla Spagna.

Nota:
A metà del processo di redazione del piano la tutta zona è stata colpita dai devastanti incendi dell’estate 2012 che riguardarono parzialmente anche terreni del campeggio. Personalmente ho pensato che questo avrebbe comportato l’annullamento della proposta. Invece gli eventi sono diventati, per il promotore, un impulso, un motivo in più, per investire su una zona ulteriormente flagellata in cui, per la dimensione degli eventi, era necessaria iniezione di energie nuove.

IT ES IT

Architettura punk e progetti sociali