Oca do Curumin – Spazio per bambini
ATTENZIONE: QUESTO PROGETTO È IL FRUTTO DI UN PROCESSO COLLABORATIVO TRA CTRL+Z E DIFFERENTI SOGGETTI. PER LA SUA CORRETTA COMPRENSIONE VI INVITO A CONOSCERE GLI ALTRI AGENTI DIRETTAMENTE IMPLICATI: ISTITUTO PER L'AMBIENTE TOTALE (PIRACICABA). LA SUA REALIZAZZIONE È STATA RESA POSSIBILE GRAZIE AL SOSTEGNO DI: TEIA (PIRACICABA)
Precedenti
Nei mesi di Luglio e Agosto 2016 siamo tornati in Brasile per continuare a collaborare in diverse iniziative, seguendo lavori già iniziati ed aprendo nuovi fronti.
Il soggiorno coincideva con le vacanze d’inverno, durante le quali molti bambini e giovani si iscrivono e partecipano ai programmi proposti dai SESC. I SESC (Servizio Sociale del Commercio) sono centri dove, sin dalla loro istituzione nel 1946, si sviluppa un solido progetto culturale ed educativo con iniziative di innovazione e di trasformazione sociale.
Ci hanno offerto la possibilità di costruire una infrastruttura, i fondi a disposizione erano piuttosto limitati e, inoltre, doveva essere pronta in appena una settimana. Accettammo la sfida convinti della possibilità non solo di rispettare il programma assegnato, ma anche di aggregare valori aggiunti alla proposta iniziale. Parallelamente eravamo molto motivati per l’opportunità di progredire nelle nostre ricerche con la verifica di modelli e sistemi costruttivi lowtech di facile e rapida attuazione.
Il SESC di Piracicaba (San Paolo) aspira ad avere una “Oca do Curumin”, nome con il quale si identifica uno spazio destinato al gioco e per lo sviluppo di programmi ed attività rivolte all’infanzia. In questa regione i mesi di Luglio ed Agosto sono generalmente i più freddi dell’anno e non presentano quantità rilevanti di precipitazioni. Nonostante questo durante il giorno la radiazione solare mantiene una certa intensità e le temperature possono avvicinarsi ai 25 gradi, ragione per cui avevano la necessità di disporre di uno spazio esterno ombreggiato per alcune delle attività del loro programma infantile.
Il SESC di Piracicaba (San Paolo) aspira ad avere una “Oca do Curumin”, nome con il quale si identifica uno spazio destinato al gioco e per lo sviluppo di programmi ed attività rivolte all’infanzia. In questa regione i mesi di Luglio ed Agosto sono generalmente i più freddi dell’anno e non presentano quantità rilevanti di precipitazioni. Nonostante questo durante il giorno la radiazione solare mantiene una certa intensità e le temperature possono avvicinarsi ai 25 gradi, ragione per cui avevano la necessità di disporre di uno spazio esterno ombreggiato per alcune delle attività del loro programma infantile.
Ci hanno offerto la possibilità di costruire una infrastruttura, i fondi a disposizione erano piuttosto limitati e, inoltre, doveva essere pronta in appena una settimana. Accettammo la sfida convinti della possibilità non solo di rispettare il programma assegnato, ma anche di aggregare valori aggiunti alla proposta iniziale. Parallelamente eravamo molto motivati per l’opportunità di progredire nelle nostre ricerche con la verifica di modelli e sistemi costruttivi lowtech di facile e rapida attuazione.
Design e concetto
Si richiedeva che il disegno fosse a misura di bambino e che potesse stimolare la loro fantasia ed immaginario.
Abbiamo scelto la creazione, non solo di uno spazio coperto, ma di uno spazio interno, delimitato e diviso dall’esterno, che i bambini potessero percepire come la loro “casetta”, il loro “fortino”, elementi che in modo naturale attirano la loro attenzione, stimolano la fantasia ed invitano al gioco. La porta e le finestre sarebbero situate alla loro altezza, le sedute configurate secondo le loro misure. Gli adulti dovranno adattarsi per utilizzare l’equipaggiamento, rafforzando il senso di appartenenza dei bambini a questo spazio.
Gli spazi circolari promuovono in modo naturale il dialogo e l’interazione, abbiamo scelto una geometria zonoedrica, di facile realizzazione ed esteticamente molto attraente. Inoltre la nostra esperienza con il sistema ci consentiva di avere la sicurezza di terminare la costruzione dentro dei tempi estremamente limitati a disposizione.
Dato che la permanenza dell’infrastruttura nella piazza si fissava in sei mesi doveva essere implementata con architettura facilmente rimovibile, inoltre a non si poteva perforare il suolo per ancorare la struttura, dovevamo perciò configurare un’altra soluzione per garantire la sua stabilità.
Per la struttura abbiamo deciso di utilizzare il bambù, materiale leggero, resistente, naturale e che già in passato ci aveva dato buoni risultati, oltre ad essere un materiale locale.
Avevamo però bisogno di una base solida e sufficientemente pesante affinché il vento non potesse spostare una struttura così leggera che rivestita di tela potrebbe facilmente volare via in presenza di vento.
Abbiamo deciso di fare di necessità virtù. Per la costruzione della base ci siamo ispirati ai parklets, arredi urbani mobili e temporanei di uso aperto al pubblico che si installano in parcheggi e che spesso vengono costruiti a partire da pallet. Costruire con pallet ci consentiva una certa rapidità di montaggio in quanto si tratta di elementi prefabbricati, già pronti, inoltre André già aveva esperienza nella progettazione e nell’uso di questo tipo di tecnologia. I pallet non si sono utilizzati solo come zavorra, ma anche come elemento di design per situare l’infrastruttura nella piazza e come elemento funzionale creando piccoli spazi intorno all’elemento centrale per sedersi e percorrere per la felicità dei più piccoli.
Il bambù e i pallet sono stati levigati e preparati per che i bambini potessero toccarli senza alcun pericolo.
Per la struttura abbiamo deciso di utilizzare il bambù, materiale leggero, resistente, naturale e che già in passato ci aveva dato buoni risultati, oltre ad essere un materiale locale.
Avevamo però bisogno di una base solida e sufficientemente pesante affinché il vento non potesse spostare una struttura così leggera che rivestita di tela potrebbe facilmente volare via in presenza di vento.
Abbiamo deciso di fare di necessità virtù. Per la costruzione della base ci siamo ispirati ai parklets, arredi urbani mobili e temporanei di uso aperto al pubblico che si installano in parcheggi e che spesso vengono costruiti a partire da pallet. Costruire con pallet ci consentiva una certa rapidità di montaggio in quanto si tratta di elementi prefabbricati, già pronti, inoltre André già aveva esperienza nella progettazione e nell’uso di questo tipo di tecnologia. I pallet non si sono utilizzati solo come zavorra, ma anche come elemento di design per situare l’infrastruttura nella piazza e come elemento funzionale creando piccoli spazi intorno all’elemento centrale per sedersi e percorrere per la felicità dei più piccoli.
Il bambù e i pallet sono stati levigati e preparati per che i bambini potessero toccarli senza alcun pericolo.
Per il rivestimento della struttura, abbiamo scelto una tela che risulta opaca da distanza ravvicinata, mentre presenta una certa trasparenza da lontano, in questo modo permette ai bambini di giocare nel loro “rifugio” ed allo stesso tempo agli adulti di osservare quello che succede all’interno. Inoltre ci sono piccole finestre come elemento di gioco e di controllo. Nella parte superiore è stato configurato un lucernario a forma di sole, sono stati utilizzati tessuti di diversi colori per risaltare questo disegno e quello delle altre aperture e renderlo più attraente per i bambini.
Una volta coperta dalla stoffa il disegno della struttura a doppia spirale rimane visibile solo dall’interno, contribuendo alla dualità nella percezione degli spazi interni ed esterni. Senza dubbio il programma spaziale e funzionale prodotto supera ampiamente le richieste iniziali, e nonostante questo si è mantenuto all’interno dei costi e dei tempi stabiliti.
Una volta terminati i lavori i monitor del programma “Oca do Curumin”, si sono appropriati immediatamente dello spazio con l’installazione di un tappeto circolare nel centro e qualche ” Puffs ” nel perimetro interno. La permanenza della struttura in piazza è limitata a sei mesi. Alla scadenza di tale termine si studierà con il SESC se spostarla in un altro spazio dello stesso centro o donarla a qualche iniziativa sociale che gli possa dare un nuovo impiego.
Conclusioni
Questo progetto ci ha permesso di chiudere il cerchio iniziato con “L’albero” costruito nella Huerta del Rey Moro di Siviglia e con il prototipo costruito durante il workshop Escala Local a Malaga, le cui parti, una volta smontato furono utilizzate, per completare la geometria sferica della serra del Jaula Abierta. Con la “Oca do Curumin” abbiamo finalmente potuto implementare una infrastruttura con un Zome completo dall’inizio alla fine, anche se con carattere temporaneo.
Questa esperienza ci ha permesso anche di perfezionarci nell'uso del bambù e nell'autocostruzione di strutture basate sullo zonoedro con sistemi a bassa tecnologia e personale senza alcuna formazione preventiva.
Era molto tempo oltre che volevamo lavorare con pallet come elemento costruttivo per la configurazione di spazi pubblici. Gli avevamo usati smontati, ma mai tal quali. L’esperienza è stata molto positiva e sicuramente torneremo a utilizzarli in futuro.
Questa esperienza ci ha permesso anche di perfezionarci nell'uso del bambù e nell'autocostruzione di strutture basate sullo zonoedro con sistemi a bassa tecnologia e personale senza alcuna formazione preventiva.
Era molto tempo oltre che volevamo lavorare con pallet come elemento costruttivo per la configurazione di spazi pubblici. Gli avevamo usati smontati, ma mai tal quali. L’esperienza è stata molto positiva e sicuramente torneremo a utilizzarli in futuro.
Futuro e sviluppo
Ancora una volta gli Zome ci hanno dimostrato la loro facilità di montaggio ed il loro potenziale per configurare spazi affascinanti, per questo aspettiamo l’occasione per poter costruirne uno di legno e consolidarlo per la configurazione di spazi abitabili duraturi.
Per il montaggio si è contato con la collaborazione di Nicolau Jr. Tiago Giannetti, Carmen Blanco y Célia Carlin e l’aiuto di Gabriel Zena, Gabriel Araújo, Giancarlo Vitti, Larissa Blanco, Lucca Rolim e Samira Miguel. (foto di Tiago Giannetti e Ctrl+Z)
Per il montaggio si è contato con la collaborazione di Nicolau Jr. Tiago Giannetti, Carmen Blanco y Célia Carlin e l’aiuto di Gabriel Zena, Gabriel Araújo, Giancarlo Vitti, Larissa Blanco, Lucca Rolim e Samira Miguel. (foto di Tiago Giannetti e Ctrl+Z)